Eredità d'amore - Il Mondo dei Trasporti

Parla il numero uno del gruppo friulano che oggi lavora con passione il terreno già felicemente seminato dal padre Bernardino. Scomparso lo scorso agosto a 75 anni, il capostipite, Cavaliere della Repubblica italiana, ha lasciato un grande vuoto ma tanti solidi insegnamenti che continuano a guidare l’azione del figlio e di tutta l’azienda.

“Ripercorrere le tappe della Ceccarelli Group significa raccontare la vita di mio padre. Una vita scandita da atti d’amore: per la sua famiglia, la sua terra e i suoi collaboratori”. Il messaggio arriva subito forte e chiaro: Bernardino Ceccarelli è stato un uomo fuori dall’ordinario. Ha cresciuto il suo business con cura e sacrificio, e l’ha fatto con una dedizione inconsueta nei confronti delle persone che amava. Tra queste c’è il figlio Luca, classe 1986, oggi al timone dell’azienda, che a pochi mesi dalla scomparsa del genitore lo ricorda utilizzando termini inequivocabili: “Hanno perso lo stampino per fare gli uomini come lui”.

 

Mdt - Luca Ceccarelli, ci racconta gli esordi di suo padre?

 

Luca Ceccarelli - Bernardino “Dino” Ceccarelli inizia come molti, svolgendo il lavoro dell’autista padroncino. Sono anni in cui il trasporto è un settore dai rapporti umani diretti, si lavora sodo ma il ritmo è dettato anche e soprattutto dalle relazioni personali. Proprio in quel periodo mio padre inizia a intessere una rete di rapporti forti e solidi che non smetterà mai di curare per tutta la vita. Per capirci, il suo primo cliente è ancora con noi. Vive in seguito una parentesi in azienda, dove scala le posizioni fino a concludere l’esperienza da direttore di filiale. Quando l’attività chiude si trova ad un bivio: inserirsi in un’altra azienda oppure mettersi in proprio.

 

Mdt - È uno dei punti di svolta: una sliding door che nel 1979 apre a Bernardino il mondo dell’imprenditoria.

 

Luca Ceccarelli - Sì, nasce proprio quell’anno la prima società del Gruppo, la Ceccarelli Srl. Si tratta del classico corriere nazionale a collettame. Da lì seguiamo una linea di espansione costante. Nel 1982 viene fondata la Transfriuli Srl che ancora oggi si occupa di trasporti industriali, groupage, carico parziale o completo. Nel 1999 Bernardino insieme ad altri tre soci apre a Prato la Dilog Toscana Srl, piattaforma distributiva per un territorio difficile da gestire. Non trovavano partner che intendessero il lavoro come lo concepivano loro, e così decidono di occuparsene in direttamente. Nella visione della Ceccarelli il servizio è sempre stato in cima alla lista, mai dire di no al cliente, sempre cercare e trovare la soluzione. Nel 2002, dopo Udine e Milano, apre la filiale di Padova, nel 2010 quella di Trieste. Nel 2018 creiamo la Loglab, azienda di consulenza ingegneristica per assistere la supply chain dei clienti: sviluppiamo software sia per il gruppo che per i nostri partner.

 

Mdt - Un assetto societario complesso quello della Ceccarelli Group: era questa la visione di suo padre?

 

Luca Ceccarelli - Bernardino non ha mai tirato fuori un euro dalla società, tutti gli utili rimanevano all’interno dell’azienda per essere reinvestiti. Non la definirei una strategia, ma un atto d’amore verso la sua realtà, e soprattutto verso i lavoratori e le loro famiglie. Rinforzare la puntata significa credere in quello che si fa e dimostrare di essere in grado di guardare lontano. La scelta di costituire più società può sembrare in controtendenza rispetto al resto del nostro settore, ma abbiamo sempre ritenuto corretto dedicare una struttura distinta ad ogni linea di business. Ognuna di loro ha costi e margini differenti. Se le linee sono segmentate è più semplice effettuare i controlli di gestione e si riescono ad ottenere analisi più accurate.

 

Mdt - Come sono cresciuti negli anni i numeri dell’azienda?

 

Luca Ceccarelli - Fino al 2008 abbiamo avuto una crescita costante. Dal 2008 in poi è diventata esponenziale. I competitor hanno risentito della crisi economica di quegli anni mentre noi abbiamo raccolto i frutti del lavoro precedente. Bernardino è stato capace di delegare, di costruire una squadra. Oggi continua ad essere così. Siamo 180 impiegati diretti e altrettanti indiretti. Tutti costituiti in team a lavorare per il bene dell’azienda.

 

Mdt - Com’è andato l’ultimo anno e mezzo?

 

Luca Ceccarelli - Il 2020 era partito bene, abbiamo chiuso gennaio e febbraio con un segno positivo che è arrivato anche al 20%. Poi tutto si è bloccato, siamo ripartiti a giugno, ci siamo fermati nuovamente ad ottobre, abbiamo chiuso l’anno con una leggera ripresa. Dodici mesi di montagne russe. Oggi stiamo ancora facendo i conti, ma il fatturato consolidato è indicativamente passato dai 32 milioni del 2019 ai 36 del 2020. Naturalmente la marginalità non è stata quella che avevamo preventivato, ma gli utili ci sono stati e, considerato il disagio generale, ammettiamo di aver portato a casa un ottimo risultato. Il 2021 è iniziato in modo incerto, tutti sembrano in attesa. I volumi sono contenuti, la logistica interna e quella industriale sono in crescita, mentre il trasporto a collettame nazionale ha subito un’enorme flessione. Vede a cosa serve diversificare? Possiamo spingere i settori che in questo momento sostengono il treno dell’economia nazionale.

 

Mdt - Parliamo di mezzi: ci racconta le specifiche del vostro parco veicoli?

 

Luca Ceccarelli - Il Gruppo dispone di 60 fra trattori stradali, ribassati e non, motrici porta casse, e motrici a pianale quattro assi. Abbiamo poi 40 semirimorchi e un centinaio di casse mobili. Nel tempo abbiamo testato vari brand. Oggi ci affidiamo soprattutto a Scania, MAN e Iveco. Il prodotto risponde perfettamente alle nostre esigenze e le concessionarie di riferimento sanno assisterci in modo prezioso. L’intera flotta è Euro 5 o 6, ed è decisamente giovane, visto che ogni 5 anni provvediamo alla sostituzione del mezzo. Ovviamente ci teniamo informati su tutto quello che offre il mercato, e in particolare sui prodotti che permettono di inquinare meno e di ridurre i costi di gestione. Credo che la soluzione a breve periodo possa essere il metano, poi arriveranno l’idrogeno e l’elettrico. Auspichiamo però che la svolta del 2040, quando non verranno più commercializzati truck a gasolio, non debba cadere sulla testa di noi imprenditori come un male imposto, ma che il Legislatore riesca ad accompagnarci in questo processo. Con incentivi in fase di acquisto, ma anche politiche coerenti a supporto. Per esempio riguardo al pagamento dei pedaggi: chi inquina meno deve pagare meno, o non pagare proprio. Per noi la sostenibilità è un argomento centrale e siamo attenti ad ogni sua declinazione, ad iniziare dal discorso packaging.

 

MDT - La sua famiglia è legata a doppio filo allo sport: come è iniziato tutto?

 

Luca Ceccarelli - Mio padre nel 1977 fonda una polisportiva nel paese in cui si trasferisce con la moglie: la Libertas Martignacco. Il perché di questa decisione? Sostenere il territorio certamente, ma anche una questione personale. Ancora una volta un gesto d’amore. Mia madre gioca a pallavolo e in paese la squadra femminile non esiste. Se la inventa lui, per permettere alla sua Mariarosa di giocare vicino a casa. Nel tempo abbiamo sempre sostenuto la squadra e l’abbiamo accompagnata in un percorso di successo. Oggi milita in Serie A2 nazionale. Lo sport ha insegnato molto a mio padre. Non mollare mai e non cercare alibi. Essere consapevoli dei propri limiti e lavorare per superarli. Ma soprattutto prendersi la responsabilità delle proprie azioni e rispettare i collaboratori come fossero compagni di squadra.

 

Cristina Alitieri, Il Mondo dei Trasporti