Ceccarelli prepara un nuovo polo tra Friuli e Veneto
Proprio in questi giorni la LogLab, società del gruppo Ceccarelli che fornisce servizi di outsourcing logistico integrati con la catena di fornitura delle aziende manifatturiere, è arrivata alla totale saturazione degli spazi disponibili nel nuovo polo logistico inaugurato lo scorso novembre al Carnia Industrial Park di Tolmezzo. Una struttura di 20mila metri quadri di superficie coperta e circa 10,5 metri d'altezza utile interna, divisa tra Automotive Lighting e appunto LogLab che, vinto il bando, si è vista assegnare dal Consorzio 6mila e 500 metri quadri di superficie, in grado di ospitare fino a 6mila e 400 posti pallet su scaffalatura e a terra. Uno spazio innovativo, pensato per sostenere le imprese manifatturiere che, dopo le difficoltà vissute lungo le supply chain nel post Covid, hanno cercato di accorciare le catene di fornitura, di tornare a far scorte di magazzino e, in mancanza di spazi per affrontare questo repentino cambio di rotta, hanno avuto la necessità di soluzioni esterne.
Una necessità che il gruppo Ceccarelli ha saputo leggere da lontano, iniziando un'interlocuzione con i vertici del Consorzio a opera dal fondatore Bernardino Ceccarelli, mancato ad agosto del 2020, e portata quindi a termine dal figlio Luca, che oggi guida il gruppo friulano di autotrasporto. «Siamo entrati a novembre 2022 con il 60% della capacità di stock occupata - ricorda -, metà immobile l'abbiamo scaffalato, tenendo libera l'altra metà per lavorare qualsiasi categoria merceologica. In questi tre mesi abbiamo promosso il nostro insediamento e le nostre soluzioni logistiche. Un primo bilancio? La scorsa settimana abbiamo firmato un nuovo contratto che ci garantirà il totale riempimento dell'immobile».
Un "sold-out" a tempo record che la dice lunga sul dinamismo del settore, dove la richiesta di spazi logistici è incessante. Non a caso, ad appena tre mesi dal taglio del nastro a Tolmezzo, Ceccarelli è già al lavoro per un nuovo investimento, stavolta al confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, tra Pordenone e Treviso. La spinta propulsiva si deve come detto al cambiamento delle logiche di fornitura seguite all'emergenza pandemica. «Siamo passati dal just in time e dalle supply chain tirate, lunghe fino al Far East, alle scorte di magazzino. La ripartenza post Covid - spiega Ceccarelli - ha mostrato tutte le debolezze delle supply chain lunghe che hanno pagato dazio a variabili non prevedibili come i porti chiusi per il Covid, la Brexit, l'incidente nel canale di Suez, i noli alle stelle».
Da qui, l'inversione di marcia, il ritorno al passato, il reshoring di molte aziende. «Che sono tornate a fare scorte per poter contare sulle materie prime necessarie a produrre, spedire e fatturare gli ordini. Le imprese - continua Ceccarelli - sono tornate a fare magazzino, in casa chi aveva spazi, fuori chi non ne aveva o voleva usarli per installare nuove linee produttive».
Un trend che si va confermando. «Non vediamo avvisaglie di recessione - conclude-. La richiesta di logistica continua a essere importante».
Articolo a cura di Maura Delle Case, NordEst Economia